“Riaprire le case chiuse”, Gianfranco Rufa il leghista che vuole tornare ai bordelli

La storia politica del senatore Gianfranco Rufa inizia tra i corridoi polverosi delle federazioni frusinati di Alleanza Nazionale. Poi, un percorso che il diretto interessato definisce naturale lo conduce alla Lega. L’avvicinamento coincide con l’esplosione targata Matteo Salvini.

Di battaglie portate avanti ce ne sarebbero tante, ma quella che ha fatto più scalpore dal punto di vista mediatico riguarda la riapertura delle case chiuse. Rufa è il primo firmatario di una proposta di legge che risale al 2019 e che ha trovato la ferma opposizione di certi ambienti. Quelli che da sempre si oppongono alla regolarizzazione della professione oggetto d’iniziative di quel tipo. “Chi si oppone è un bigotto – annota il senatore a IlGiornale.it. – . La questione non è materiale, bensì umana. Al termine del disegno di legge, propongo la registrazione di case tutelate e protette. Strutture che, peraltro, non sorgano in prossimità di scuole o di strutture abitative. Parlo di case controllate pure dal punto di vista sanitario, oltre che da quello della sicurezza e da quello della tassazione”. L’abolizione della legge Merlin, però, ad oggi resta una chimera. Ma Rufa non sembra intenzionato a mollare.

Qualche anno fa, il leghista ha avuto un’interlocuzione sul tema con un ministro incaricato in Svezia: “Si parla tanto di “modello svedese” in merito al contrasto alla prostituzione, ma i dati dicono che, dopo quindici anni, il fenomeno non è affatto scomparso. Punire chi “usufruisce”, mi passi il termine, non abbassa i livelli della prostituzione. E ora c’è anche il problema della prostituzione online. Poi c’è la questione davvero essenziale, che riguarda le ragazze: sono consapevole siano costrette ma, costrette per costrette, con le case chiuse si prostituirebbero in un luogo tutelato, evitando il sole cocente d’estate e la grandine d’inverno”. I focus di Rufa in ambito parlamentare però oltrepassano questo argomento. ilgiornale.it