Saturno e il Latium novum, Alatri Veroli Ferentino Anagni tra mito e realtà
di Deborah Panichi
Nell’antichità con il termine Latium si intendeva tutta la vasta area che si apriva a sud del Tevere; la zona abitata dalle genti latine, entrata abbastanza presto sotto l’egemonia romana, era chiamata con il nome Latium vetus, da distinguere dall’area che si estendeva tra il Circeo, la Valle del Liri e il Lago del Fucino, abitate da Ernici, Aurunci e Volsci e conosciute come Latium novum o adiectum, poiché entrate in orbita romana solo in un secondo momento.
La parola Latium è di etimologia incerta, probabilmente è da riferire all’aggettivo latus, che tradotto dal latino significa vasto, con cui ci si riferiva, probabilmente, proprio alla grande pianura a sud del basso corso del fiume Tevere.
La parte di territorio laziale, che oggi corrisponde più o meno all’odierna provincia di Frosinone, in antichità era il territorio del popolo italico degli Ernici; tra le città di loro fondazione, di antichissima datazione, con una continuità storica fino ai nostri giorni ed una immensa stratigrafia archeologica, per lo più celata dalle costruzioni che si sono avvicendate nel corso del tempo, possiamo annoverare Aletrium (Alatri), Anagnia (Anagni), Ferentinum (Ferentino) e Verulae (Veroli). Nelle fonti la popolazione degli Ernici viene spesso collegata sia ad una discendenza dai sabini che dai Marsi; quest’ultima era una popolazione osco-umbra i cui coloni potrebbero essersi stanziati nella zona di Anagni e ciò sembrerebbe avvalorato anche da ricerche etimologiche e toponomastiche: ad esempio il nome antico della città di Veroli, Verulae, potrebbe derivare dalla parola osco-umbra “vera” che significa “porta” con riferimento alla sua posizione che le permetteva di accedere sia nella zona interna di Marsi ed Equi sia nella zona sotto il controllo degli Aurunci, tramite la valle del fiume Sacco e del Liri, oltre che verso l’Etruria attraverso le vie di comunicazione passanti per Praeneste e Tibur.
Ovviamente questa posizione strategica interessava tutta la zona e le città dell’odierno frusinate permettendo scambi commerciali e contatti estremamente favorevoli come è mostrato anche dalla cultura materiale: sono stati ritrovati nella zona, reperti in particolare provenienti da Anagnia, di importazione dall’Etruria risalenti al VI secolo a.C., oltre che materiali provenienti dalla Campania e ceramica attica. Piccola curiosità sui guerrieri Ernici: dalle fonti sembrerebbe che in battaglia indossassero un solo calzare sul piede sinistro, ciò avrebbe lasciato anche pensare ad una origine Peslagica, popolazione della Grecia e dell’Egeo, ma c’è da aggiungere che molte popolazioni italiache, nei loro miti, cercarono di ricondurre il proprio popolo ad una origine greca poiché ciò avrebbe reso più importante la propria discendenza.
La provenienza della popolazione Ernice è tutt’ora molto discussa ma una leggenda mitica avvolge le origini di alcune città dell’odierno frusinate: Alatri, Anagni, Arpino, Atina e Ferentino, in antichità chiamata anche Antino, oggi note con il nome di città saturnie: esse, infatti, sarebbero state fondate dal Dio Saturno. Il mito si rifà a quello comunemente noto come Età dell’Oro, del poeta greco Esiodo, che in “Opere e giorni” narra di un tempo in cui il mondo era governato dal Dio Crono/Saturno, un’era in cui non esistevano sofferenza, malattie e fatica ma regnavano pace e giustizia. Questo mito greco si rifà ad altri più antichi provenienti dal Vicino Oriente Antico e di esso, a sua volta, ci sono state variazioni anche in moltissime altre culture come, appunto, l’italica. Il mito nostrano vuole che Saturno, spodestato da Zeus, sia riuscito, in maniera non chiara, a liberarsi dal suo esilio nel Tartaro e a rifugiarsi nel Lazio; qui avrebbe trovato un popolo che lo accolse e lui, per riconoscenza, decise di portare benessere, pace e nuove conoscenze come la lavorazione dei metalli, tecniche migliori per la lavorazione dei campi e decidendo altresì di fondare le città menzionate che avevano in comune, oltre che la lettera A come iniziale del nome, alte e possenti mura poligonali, chiamate comunemente, ma erroneamente, ciclopiche.
Oggi c’è, inoltre chi sostiene, forse con un po’ di fantasia, che le città siano allineante con la costellazione dei Gemelli; per alcuni, inoltre, la città di Veroli sarebbe stata fondata direttamente dai discendenti di Saturno.
Miti e leggende sono racconti cronologicamente indefiniti con funzione sacra, simbolica e/o politica che hanno lo scopo di cementificare la memoria collettiva di un popolo e il proprio senso di appartenenza comunitario; poiché i miti antichi sono stati tramandati per via orale essi sono stati modellati, a seconda delle esigenze storiche, a volte abbandonando alcuni valori, ritenuti ad un certo punto suprerflui, per prenderne degli altri ritenuti più importanti.