Scoperto un abisso sui Monti Ernici, fenomeno unico in tutta Italia
Scoperto un abisso sui Monti Ernici, fenomeno unico in tutta Italia.
“Il Circolo Speleologico Romano ha di recente effettuato a Campocatino la congiunzione tra la Tana degli Eretici e l’Abisso Gemma Gresele, siti già esplorati nel lontano 1979.
La Tana degli Eretici diviene così il quinto ingresso di una vasta rete di pozzi e meandri che si sviluppano all’interno della nostra montagna, nota come sistema carsico di Monte Vermicano. Nell’Italia centro meridionale non sono conosciute sinora grotte altrettanto profonde, estese e ramificate, con ben cinque ingressi e, pertanto, risulta essere un fenomeno unico in tutta la nostra penisola.
La grotta, già individuata nel 1992, divenne oggetto di esplorazioni che, cinque anni dopo, condussero al raggiungimento di un cosiddetto “fondo”, a ben 30 metri di profondità, risultato però impraticabile a causa di una fessura impossibile da attraversare. Nello stesso anno venne scoperta ed esplorata una grotta attigua a questa, detta Tana degli Eretici e fu quindi realizzata la congiunzione con il sottostante Abisso Gresele.
Infine, nel 2003, il Circolo Speleologico Romano, scoprì ed esplorò la Grotta di Gnomo, congiungendola quattro anni dopo, con l’Abisso Vermicano. Le cinque grotte fanno parte di un unico sistema carsico, quello del monte Vermicano, che si estende al di sotto dei bacini di assorbimento di Campocatino e Campovano, le cui acque sfociano, dopo un lungo percorso sotterraneo, alla risorgenza di Caporelle presso il Comune di Guarcino.
La Tana degli Eretici è stata ripresa in considerazione nel 2014, in seguito a ulteriori esplorazioni nell’Abisso Gresele, grazie alle quali si dedusse che le due grotte potessero essere in comunicazione tra loro. Ci sono voluti altri sei anni per riuscire a superare una lunga serie di strettoie e accertare l’effettiva connessione tramite una profonda verticale. Sono passati più di quattro decenni da quando, nel 1979, il CSR riuscì a superare una difficile strettoia nei pressi del fosso Vermicano scoprendo un nuovo abisso che, dopo 250 metri di pozzi e meandri, si collegava all’Abisso Vermicano elevando le due grotte a livello di ”sistema”.
I giovani soci del Circolo dedicarono allora la nuova grotta a Gemma Gresele, loro amica e maestra tragicamente scomparsa, mentre questo quinto ingresso a Gianfranco Trovato, alpinista e maestro speleologo, compagno di Gemma. I diversi rami sotterranei della grotta confluiscono in un unico collettore rappresentato da un imponente meandro, alto più di trenta metri e drappeggiato di magnifiche concrezioni, ove scorre il torrente sotterraneo diretto a valle. La conferma scientifica che il fiume sgorghi alla risorgenza di Caporelle si è avuta con l’immissione di due colorazioni, confermando così gli indicatori che hanno dato vita ad un’indagine multidisciplinare denominata “Progetto Guarcino” e realizzata per la XII Comunità montana.
Gli studi hanno messo in evidenza il notevole potenziale esplorativo di ulteriori 300 metri di dislivello e 3 chilometri di sviluppo che il collettore ipogeo percorre fino alla risorgenza. L’obiettivo è ora quello di esplorare questo tratto sconosciuto a 455 m di profondità, rappresentato da un sifone che sarà oggetto di un tentativo di superamento durante la prossima estate.
Le esplorazioni di questo settore dei monti Ernici costituiscono da oltre quarant’anni gran parte dell’attività dei soci del Circolo Speleologico Romano i quali, con la collaborazione di Tarcisio Verdecchia insieme ai soci del G.S. C.A.I. di Frosinone, hanno moltiplicato in modo esponenziale la frequentazione di uno dei più affascinanti scenari del Lazio approfondendo le conoscenze del suo ricco patrimonio carsico.
La divulgazione di queste conoscenze è un obiettivo importante per avvicinare il pubblico al mondo sotterraneo e potrà essere svolta anche tramite percorsi didattici nell’ambiente naturale. Nell’ambito del Progetto Guarcino 2025, proposto dal CSR, prenderà vita un’iniziativa con lo scopo di realizzare un modello di vita sociale in cui possano essere rivitalizzate attività culturali, sportive, turistiche o artigianali che nel piccolo borgo mirerà all’equilibrio tra innovazione, tradizione, natura, economia e salute”. Lo comunica Il Gruppo Speleologi Area Frosinone.
Redazione Digital