Scuola nel caos, Azzolina vuole riaprire tutto ma i presidi si oppongono
di Massimo Mangiapelo
Lunedì 11 gennaio è prevista la riapertura delle scuole superiori. Gli studenti, che oggi hanno ripreso la didattica a distanza dopo le festività natalizie, potranno tornare sui banchi di scuola per le lezioni in presenza. Una scelta, questa presa dal Governo e fortemente voluta dal ministro Azzolina, che non combacia con l’opinione dei sindacati, dei presidi, dei professori ed anche di molti studenti.
I sindacati di categoria chiedono maggiore sicurezza nelle scuole e, soprattutto, nei trasporti. Anche perché sono proprio i trasporti il problema principale. Lo si è visto ampiamente poco tempo dopo l’apertura dell’anno scolastico. Prendendo ad esempio una città come quella di Frosinone, dove vi sono diversi istituti superiori, è ben noto che moltissimi studenti provengono da fuori città. E per raggiungere la scuola debbono necessariamente utilizzare il treno o gli autobus di linea. Nonostante le varie precauzioni, tanti giovani si sono contagiati proprio durante la fase del viaggio per raggiungere la scuola. Tanto è vero che nel giro di poco tempo le scuole sono state chiuse e gli studenti hanno continuato le lezioni da casa.
La proposta del Governo è quella di far riprendere le lezioni in presenza al 50% e di allungare la fascia oraria. Ma anche in questo modo, quella metà degli studenti dovrà prendere i mezzi pubblici. Incentiviamo i mezzi pubblici, dicono dal ministero. Ma come si fa, nel giro di pochi giorni, ad organizzare un’incentivazione del genere, quando la realtà dei trasporti pubblici, soprattutto nella nostra provincia, è ai livelli da terzo mondo? Pura utopia che non troverà un riscontro nella realtà dei fatti.
Probabilmente i burocrati del ministero non si rendono conto della gravità della situazione. Forse sarebbe il caso di attendere ancora un po’ di tempo e proseguire con le lezioni a distanza, che tutto sommato funzionano bene. Non si può far rischiare il contagio a studenti, docenti e personale. Se altre attività come quelle culturali restano chiuse (vedi teatri, cinema, sale convegni ecc.) per quale motivo le scuole non dovrebbero attendere? Sarebbe necessario un piccolo ripensamento, se non si vuole che ci sia un’altra ondata di contagi.