Segna e si fa il segno della croce in Arabia, ecco cosa rischia Cristiano Ronaldo

Un gol per trascinare l’Al Nassr in finale della Champions araba, dove sabato 12 agosto affronterà l’Al Hilal. Un rigore di Cristiano Ronaldo regala ai suoi la vittoria per 1-0 e il passaggio del turno, eliminando in semifinale l’Al Shorta. E dopo la rete il fuoriclasse portoghese ha esultato con il suo classico «siuuu», ma prima si è fatto il segno della croce. Sui social c’è chi ha fatto notare che in Arabia Saudita è vietata l’espressione pubblica della fede cristiana. In sostanza, nel Paese saudita i non musulmani non sono autorizzati a pregare in pubblico ed è vietato loro anche la promozione o l’esposizione di oggetti religione, come libri, o altri simboli, come ad esempio il crocifisso. In caso contrario si può essere accusati di proselitismo. Ci sono dei precedenti: una decina di anni fa a Riad Juan Pablo Pino, giocatore colombiano, fu arrestato in un centro commerciale perché dalla sua maglietta si era intravisto un tatuaggio sulla sua spalla raffigurante Gesù. La visione aveva provocato lo sdegno di alcuni musulmani presenti, che avevano sollecitato l’intervento della polizia. Gli agenti portarono via lui e la moglie, all’epoca incinta. E sempre in quel periodo — quindi prima dell’attuale boom del calcio in Arabia e delle relative aperture — il tecnico dell’Al Nassr, l’argentino Gustavo Costas, aveva spiegato di essersi imposto un cambio di abitudini. Se prima di sbarcare in Arabia Saudita si faceva il segno della croce prima delle partite e portava il rosario al collo, «ora non lo posso fare in pubblico, lo faccio nello spogliatoio. Se mi facessi il segno della croce, qui mi ammazzerebbero, mi lapiderebbero». A Cristiano Ronaldo non accadrà nulla di tutto questo. È una figura troppo influente e ha dato il via, con il suo arrivo a gennaio, al grande esodo dei campioni dall’Europa al Medio Oriente. Ma probabilmente gli verrà fatto notare questo divieto e le proteste degli spettatori più integralisti per le manifestazioni pubbliche della sua fede cristiana. Lui fino a ieri non aveva mai esultato così. Forse non ci aveva mai pensato. Adesso, invece, ci dovrà pensare due volte. corriere.it