«Sintomi di avvelenamento per Abramovich», l’oligarca era a Kiev
L’oligarca russo Roman Abramovich avrebbe accusato sintomi di avvelenamento. Altrettanto avrebbero denunciato i componenti della delegazione ucraina per le trattative di pace. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Bloomberg e dal Wall Street Journal. Il magnate russo ma con il cuore dei suoi affari a Londra era stato indicato come mediatore nel conflitto tra Russia e Ucraina. Nelle ultime ore, secondo indiscrezioni, sarebbe volato a Mosca con un aereo privato dalla Turchia (dove si è rifugiato per sfuggire alle sanzioni) recando una lettera di Zelensky per Putin. In precedenza l’oligarca aveva incontrato il presidente ucraino. Domani è previsto un nuovo round di negoziati proprio in Turchia tra due delegazioni dei rispettivi ministeri degli esteri.
Abramovich, 55 anni, passaporto russo e israeliano, è stato più volte indicato come punto di contatto tra le due parti in conflitto: sua madre è nata infatti in Ucraina. Gli viene attribuito un patrimonio di 6 miliardi di euro.
Il tentativo di avvelenamento, secondo quanto riportato, risalirebbe all’inizio del mese di marzo. Fra i sintomi riscontrati dopo un incontro a Kiev c’erano «occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani». Da allora, riporta il Wall Street Journal, le condizioni di salute delle persone colpite sono migliorate e nessuno di loro è in pericolo di vita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato Abramovich, non ha avuto alcun problema. Gli esperti occidentali che stanno esaminando l’incidente ritengono che sia difficile determinare se i sintomi siano stati causati da un agenti chimico o biologico. corriere.it