Sorelline violentate da nonno e zio, “Mamma e papà sapevano”
«Mio zio ha qualche problema con me. E anche mio nonno. Succedono troppe cose brutte in famiglia». Un racconto dell’orrore, uno sfogo tra i banchi della sua scuola, dove forse si sentiva più al sicuro che a casa, una confidenza affidata all’insegnante di sostegno. E’ così che la tragedia vissuta da due sorelline esce dalle mura domestiche. È così che parte l’indagine dei carabinieri di Monreale che oggi ha portato all’arresto di quattro persone: i loro genitori, il nonno e uno zio. Questi ultimi avrebbero abusato delle due ragazzine, ripetutamente, nel corso di nove anni. La mamma e il papà, invece, secondo la tesi della Procura, hanno taciuto la drammatica verità, rendendosi loro complici. Le accuse sono di di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e lesioni personali con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di discendenti, con abuso di autorità e nei confronti di minori di 10 anni. Oggi la più piccola delle vittime ha 13 anni – la sorella ne ha 19 – ma le violenze sarebbero iniziate quando ne aveva sei. Il provvedimento del gip di Palermo, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, al termine dell’inchiesta coordinata da Maurizio de Lucia, ricostruisce la vicenda riportando le parole che una delle due ragazzine confidò alla maestra. In precedenza aveva raccontato al papà quello che succedeva, questo non sarebbe servito a sottrarla alla violenza: «Quando papà mi ha chiesto perché piangevo gli ho raccontato che nonno e zio mi avevano fatto questo. Papà si arrabbiò moltissimo con tutti e due. Ma poi è successo di nuovo». Nemmeno la mamma avrebbe trovato la forza di denunciare. Si sarebbe limitata a minacciare il nonno di farlo, sempre secondo quanto riferito dalla vittima a scuola: «Tutta la famiglia sa di questa cosa – la piccola ha raccontato – poi tra mia nonno e mia mamma c’è stata una discussione e la mamma ha detto al nonno che se lo avesse fatto qualche altra volta lo avrebbe denunciato. Il nonno non l’ho più visto dal mio compleanno. Quel giorno ho festeggiato il mio compleanno con torta, palloncini e i regali. C’era tutta la mia famiglia e i nonni, anche questo nonno». Uno scenario di omertà e degrado, ricostruito grazie alle parole di una delle due vittime, che ha raccolto tutte le sue forze e ha trovato il coraggio mancato ai suoi genitori, scegliendo di proteggersi da sola, chiedendo aiuto alle sue insegnanti, affidando loro anche i dettagli di un film dell’orrore durato troppo a lungo: «A nove anni temendo che fossi rimasta incinta», la mamma «spaventatissima per questa cosa mi ha dato la pillola (anticoncezionale, ndr) ma non potevo essere incinta perché ero piccola». corriere.it