Sputano su maniglie e citofoni, degrado e rischio contagio
Vivere con il terrore di toccare la maniglia di casa. Di contaminarsi. Perché il portoncino si affaccia su uno dei vicoli della movida violenta. E perché le bande che ogni weekend «calano» su Trastevere, tra i tanti giochi pericolosi, praticano pure questo: la «gara di sputo» contro citofoni, maniglie, usci. «Questi ragazzi sono energumeni, non riusciamo a fermarli. Le abbiamo provate tutte, con denunce a ripetizione. Ma ci vorrebbe la Wehrmacht». Fiorenza Cipollone, donna di spettacolo e di mondo, è esausta, sfinita. Al punto da evocare, con un’iperbole eccessiva di cui lei stessa si rende conto, l’intervento del temibile esercito tedesco tra le due guerre. Eppure, in questi tempi in cui il divertimento notturno a Roma è andato fuori controllo, c’è da capirla. Costumista in tante produzioni Rai e film (da «Mery per sempre» e «Indietro tutta» al musical «Francisco de Assis»), dalla fine del lockdowm causato dal coronavirus è alle prese con l’escalation di delirio notturno. «Sono terrorizzata, barricata in casa…».
Davanti al portoncino al livello strada, tra due grandi vasi di piante sempreverdi, la residente disperata ha attaccato un nastro di plastica bianco e rosso, di quelli usati dalla polizia municipale in caso di voragini stradali o incidenti. E alla finestrella ha applicato una rete di protezione, contro il lancio di bottiglie. «La speranza è di tenerli lontani, tentare di dissuaderli. Ma non basta: adesso, con lo sputo, hanno imparato a fare danni anche a distanza. Gli schiamazzi vanno avanti fino alle 4 del mattino e oltre, tant’è che qualche volta, quando mi alzo alle sei per dare da mangiare ai gatti, molti li trovo ancora in giro…».
A nulla sono valse proteste e denunce. «Abbiamo presentato un esposto in Procura e uno ai carabinieri – conclude la costumista trasteverina – e stiamo aspettando riscontri. Il bar qui vicino sta raccogliendo firme per tutelare il decoro del rione e l’attività degli esercenti perbene, anche loro penalizzati da tanto caos. Tempo fa, quando chiamai il centralino delle forze dell’ordine, mi dissero di prendermi un tranquillante. Ma ad onor del vero, ultimamente, la presenza di pattuglie mi è sembrata maggiore…». corriere.it