Stelle cadenti, tutti con il naso all’insù ecco come vederle
Prima di Ferragosto, c’è San Lorenzo. Il 10 agosto è il giorno delle stelle cadenti. Che in realtà si possono già ammirare qualche giorno prima. E il cui nome ufficiale è Perseidi. Il nome deriva dal greco e in particolare dalla mitologia. Perseidi si riferisce ai «nati di Perseo». Figlio di Zeus e Danae, è l’eroe che ha ucciso Medusa e che ha salvato Andromeda da un mostro marino. Alla sua morte, la dea Atena decide di trasformarlo in una costellazione per ricordare le sue gesta. E proprio in quella porzione di cielo passa lo sciame noto come Perseidi. Da noi, in Italia, sono note come le stelle cadenti di San Lorenzo. Dallo spazio celeste passiamo alla data: il 10 agosto del 258 veniva ucciso il martire per volore dell’imperatore Valeriano. Ecco dunque che queste scie luminose diventano le lacrime del santo. Le Perseidi sono così famose perché rappresentano lo sciame meteorico più «ricco» dell’anno. Ed è dunque davvero facile poter ammirare le cosiddette stelle cadenti, che non sono altro che piccoli meteoriti che vengono riscaldati fino a bruciare quando impattano l’atmosfera terrestre, producendo la scia luminosa che possiamo osservare da qui, sulla Terra. Quelle di agosto sono i detriti spaziali che vengono generati dalla cometa 109P/Swift-Tuttle, scoperta nel 1862.
Nel 2024 lo sciame sismico è iniziato il 17 luglio e rimarrà nei nostri cieli fino al 24 agosto. Ma sarà alla sua massima intensità – ci possono essere fino a 100 meteore l’ora – tra l’11 e il 13 agosto, anche se il picco verrà raggiunto il 12 agosto. Precisamente tra le 15.00 e le 18.00 ora italiana. Qui ci sarà ancora il Sole alto nel cielo, e dunque se vogliamo vedere il fenomeno al suo massimo splendore lo si può seguire attraverso le dirette streaming da altri luoghi del pianeta. Ad esempio sul sito di Virtual Telescope. La buona notizia è che quest’anno la visibilità dovrebbe essere ottima (nuvole permettendo): la Luna è a circa il 50 per cento della sua luminosità e dunque dovrebbe disturbare poco l’osservazione. corriere.it