Terremoto di Amatrice, ecco il libro di Giacosa su Padre Giovanni Minozzi
La figura di Padre Giovanni Minozzi rimane, per Amatrice, una luce in fondo al tunnel in cui la città – e con lei una vasta area del centro Italia – è piombata dopo il grande sisma del 2016. La tenacia e la dedizione di Minozzi, grande figlio di questa terra, resta l’esempio per eccellenza, a cui occorre ispirarsi per resistere alle avversità e, con determinazione, affrontare le criticità che il post sisma porta con sé. È questo il messaggio che emerge dall’incontro dello scorso lunedì, quando ad Amatrice è stato presentato il libro di Flavio Giacosa dedicato proprio a Padre Minozzi, edito da Effetà. Minozzi fu un costruttore, un creatore, una personalità straordinaria: a lui si devono le tante Case del Soldato al fronte durante la Grande Guerra e sempre grazie a lui nacquero gli orfanotrofi, dopo il conflitto, soprattutto nel Sud, dove operò come un Santo, insieme al barnabita Padre Giovanni Semeria. Se tanti orfani, dopo la guerra, ebbero una possibilità, un’occasione, lo devono a lui e alla sua opera: quegli orfanotrofi non erano solo luoghi in cui ricoverare i figli rimasti senza padre ma anche e soprattutto luoghi dove questi giovani avevano l’opportunità di imparare un mestiere e di creare per se stessi una nuova vita. Su questo aspetto in particolare si è concentrato l’intervento del vescovo di Rieti, Mons. Vito Piccinonna, che ha sottolineato il valore del lavoro per la vita dell’uomo e per il suo riscatto sociale. L’incontro, moderato dalla giornalista Emma Moriconi e organizzato dal Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli (la congregazione fondata dallo stesso Minozzi) don Savino D’Amelio, ha visto poi succedersi gli interventi del sindaco Cortellesi, del vicario generale don Cesare Faiazza, di suor Margherita Colucci, del prof. Paolo Plini e dell’autore del volume, il prof. Flavio Giacosa, che ha saputo raccontare don Minozzi con passione e puntualità, riuscendo a toccare le corde principali della vita intensa e santa di questo grande uomo, che oggi, nel settimo anniversario dal grande terremoto, costituisce l’esempio migliore per un popolo ferito ma coraggioso e determinato a non mollare.
Redazione Digital