Tosse e affanno, dimessa dall’ospedale muore dopo 24 ore
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La mattina del 12 gennaio, di domenica, iniziò ad accusare problemi di respirazione e tosse. E così, con il marito, si recò da Conversano al vicino pronto soccorso di Putignano, per sottoporsi a una visita e capire meglio cosa stesse succedendo. E capire anche, eventualmente, a quali terapie sottoporsi.
La visita nel pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli avrebbe dato subito un risultato da monitorare con attenzione: il saturimetro, infatti, avrebbe restituito un valore di circa 90, al di sotto della soglia (di 95) considerata di respirazione normale. Lì, però, la visita sarebbe terminata, nel giro di pochi minuti, con le dimissioni della 71enne, il cui caso è stato considerato un codice verde. Forse, a non preoccupare, anche il fatto che la donna non avesse patologie pregresse, che inevitabilmente vanno a incidere sul quadro clinico e sulla situazione complessiva dei pazienti. Quindi, sempre secondo il racconto del marito, la 71enne non sarebbe stata sottoposta a nessun altro accertamento. Il giorno dopo fu proprio il marito, tornato a casa dopo aver svolto alcune commissioni, a trovare la 71enne senza vita nel proprio letto. La procura di Bari ha dunque aperto un fascicolo, per omicidio colposo, a carico di una dottoressa del pronto soccorso e dell’infermiere che quel giorno visitarono la 71enne. Un atto dovuto, quello del sostituto procuratore Matteo Soave, necessario per permettere agli indagati di assistere con i propri consulenti all’autopsia. L’esame sul corpo della 71enne è stato svolto lunedì 27 gennaio dal medico legale leccese Roberto Vaglio, che ha eseguito l’autopsia nell’obitorio del cimitero di Conversano, in cui sarà poi sepolta la donna. Agli atti degli inquirenti, per ora, ci sono il referto del pronto soccorso e la scheda compilata dal personale del 118 intervenuto al momento del decesso della paziente. A denunciare il fatto è stato proprio il marito della donna, assistito dall’avvocato foggiano Guido Di Paolo. È possibile che, per poter andare avanti con le indagini, gli inquirenti fissino – come da prassi – gli interrogatori degli indagati, ai quali finora è stato notificato solamente l’avviso di garanzia. Saranno poi gli esiti conclusivi dell’autopsia a far luce sulla causa della morte e, soprattutto, a capire se questa sia legata alle difficoltà respiratorie patite il giorno prima. Le indagini, poi, dovranno chiarire se nel visitare la donna ci siano state negligenze da parte degli operatori sanitari. La vicenda è diventata nota a pochi giorni da un’altra per la quale, a Taranto, tre medici e un infermiere in servizio al San Pio di Castellaneta sono indagati per la morte di un paziente di 73 anni che, il 15 gennaio, sarebbe caduto accidentalmente da una barella. L’uomo, originario di Massafra, era cardiopatico e diabetico e si era recato in ospedale in codice arancione a causa di un rigonfiamento del viso. Dopo una visita, secondo quanto ricostruito dall’Asl tarantina, sarebbe stato disteso su una barella temporaneamente posizionata in un corridoio. Nell’attesa, avrebbe chiamato per due volte il figlio ma poi, improvvisamente, sarebbe caduto dalla barella. Rianimato dal primo arresto cardiaco, ne ha poi subito un secondo che gli è risultato fatale. corriere.it