Trisulti, inaugurazione mostra ‘Il corpo e l’idea’ ecco tutto il programma

L’Associazione Gottifredo, con il Museo di storia della Medicina della Sapienza di Roma e la Direzione dei Musei del Lazio, inaugura la mostra “Il corpo e l’idea: la Testa anatomica di Filippo Balbi”, nella Certosa di Trisulti il 5 agosto 2023 alle 11. Si tratta di un progetto culturale straordinario, per suggestioni e scoperte scientifiche, che ben si conviene al luogo – la Certosa di Trisulti, Monumento nazionale – e al pittore che a Trisulti, ospite dei frati certosini, visse per alcuni anni (tra il 1857 e il 1863), regalando al prestigioso complesso monastico duecentesco le splendide pitture murali della Farmacia e le grandi tele raffiguranti episodi di storia religiosa. La “Testa anatomica” di Filippo Balbi, al centro dell’evento espositivo, è un dipinto a olio su tavola, noto in tutto il mondo perché raffigura il capo di un uomo con muscoli e ossa composte da corpi “avvinghiati” l’uno all’altro con una esattezza anatomica che fa di questa opera una sorta di raffinato testo di scienza medica oltre che il risultato straordinario di un’ispirazione “michelangiolesca e dantesca insieme”. Il quadro, che fu esposto all’Esposizione internazionale di Parigi nel 1855, l’anno successivo alla sua composizione, custodito dal 1950 presso il Museo di storia della medicina dell’Università La Sapienza di Roma, è stato restaurato per l’occasione su iniziativa dell’Associazione Gottifredo, con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, e viene adesso esposto per la prima volta nella sala del Refettorio della Certosa di Trisulti finalmente restituito ai colori e alle fattezze originali grazie al lavoro di Natalia Gurgone, la restauratrice della cooperativa Koinè incaricata del delicato intervento, che – nota il curatore del Museo di storia della Medicina Alessandro Aruta – «ha permesso di restituire al quadro, un olio su tavola di cm. 59,5 x 47,8 l’originaria luminosità e tutte le sfumature della complessa esecuzione». Notevole è anche la vicenda che ha portato il quadro, da cui il Pittore in vita non volle mai separarsi, nel Museo che attualmente lo possiede: una storia che vede protagonisti un celebre tenore, il primo Rodolfo della Bohème di Puccini del 1896, Evan Gorga, e l’inventore nel 1938 del Museo di storia della Medicina, il medico romano Adalberto Pazzini. Il primo fu il collezionista che salvò la “Testa anatomica” dall’incerta sorte del “mercato privato”, il secondo la strappò ai magazzini sotterranei di Valle Giulia, proteggendola con una “bugia bianca” sulla sua autenticità.

Redazione Digital