Trisulti, la Certosa deve tornare luogo di culto
di Massimo Mangiapelo
Oggi la comunità cristiana celebra la festa di San Bruno da Colonia. E subito ci viene in mente la Certosa di Trisulti. I profani si chiederanno il motivo di tale accostamento. Ed è subito detto. Nel 1067 San Brunone (come era conosciuto) fondò l’ordine dei Certosini.
La Certosa fu costruita nel 1204 nei pressi della precedente abbazia benedettina fondata nel 996 da San Domenico di Sora. Fu realizzata in un sito più accessibile, per volere di papa Innocenzo III dei conti di Segni e fu assegnata ai Certosini. La chiesa abbaziale di San Bartolomeo fu consacrata nel 1211.
Tutti questi dati storici fanno comprendere l’importanza del sito, riconosciuto monumento nazionale con Decreto ministeriale del 17 luglio 1879. Ma soprattutto mettono in evidenza un fatto importantissimo che riguarda, appunto, la comunità cristiana.
Dopo oltre 800 anni, dentro la chiesa abbaziale non viene più celebrata la messa. E questo, certo, non per volontà della Chiesa. I responsabili di questa grave mancanza, di questo svuotamento della spiritualità del luogo, sono i sovranisti che a suo tempo vinsero l’appalto per la gestione della Certosa. Da quel momento sono diventati come signori feudali non credenti, che fanno il bello e cattivo tempo nonostante l’inchiesta in corso.
E tutto ciò va nella direzione opposta di San Brunone, che vedeva nella vita eremitica spirituale la strada migliore per avvicinarsi al Signore. Sono molti i cristiani, ma anche i non credenti, che vedono come un’ingiustizia questa sottrazione religiosa ad un luogo nato per ospitare i monaci, prima Certosini e poi Cistercensi.
Tutti sono in attesa, dopo le note vicende che hanno visto anche l’arresto per truffa del “capo supremo” di questi sovranisti, della decisione del Consiglio di Stato. Ci auguriamo che prevalga la saggezza e che la Certosa possa tornare a ricoprire quel suo ruolo religioso per cui era nata.