Trisulti, marcia solidale per salvare la Certosa
di Biagio Cacciola
Che il disegno di Bannon, l’ideologo teocon, sulla certosa di Trisulti sia precario lo dimostra a distanza di un anno dall’aggiudicazione da parte dell’Istituto per la dignità umana, la condizione oggettiva e materiale della Certosa stessa. Nessuna opera di manutenzione per un edificio che necessiterebbe di continue attenzioni verso le mura, il tetto, gli interni. Assistenza religiosa minimale per l’abbandono quasi totale di ogni forma di monachesimo all’interno. Le visite guidate sono, forse, l’unica cosa che funziona attraverso un biglietto d’ingresso di 5 euro. Soldi che, in parte, si sono volatilizzati col furto della somma di 10000 euro. Un quadro non esaltante che ha portato la rete delle comunità solidali a organizzare una marcia da Collepardo centro a Trisulti, il 29 dicembre, per riaffermare che la Certosa è patrimonio culturale innanzitutto del territorio.
Lo stesso territorio che ha eletto il santuario della Madonna delle Cese a luogo venerato da tutto il paese per millenni. Madonna delle Cese che insiste a valle della Certosa e che negli anni passati era onorato religiosamente e materialmente dai frati cistercensi che, dopo la cessione quasi ventennale dell’Abbazia all’istituto per la dignità, sono ritornati alla Abbazia madre di Casamari. E’ questo il clima che si respira a Collepardo in questi giorni. Un clima di preoccupazione per i destini del complesso religioso, soprattutto per la paventata perdita della sua funzione primaria, appunto quella di assistenza religiosa di tutta la comunità collepardese svolta negli ultimi settant’anni dai cistercensi. Per la prima volta dopo un millennio la Certosa rischia, infatti, di non essere più il punto di riferimento di nessun ordine religioso.