Uccide il marito nel sonno poi si ammazza, corpi trovati in camera dal figlio
I corpi in camera, nel letto. Accanto un coltello. E moltissime macchie di sangue. Sembra che Luigi Buccino, 54 anni, non abbia avuto il tempo neppure di reagire. Forse è morto sul colpo, quasi senza accorgersi di nulla. Era sotto le coperte, in pigiama. Sua moglie, Vita Di Bono, 47 anni, l’avrebbe colpito nel sonno, mentre lui ancora dormiva. Poi la donna avrebbe di nuovo impugnato il coltello ma stavolta rivolgendolo verso di sé per farla finita. Un’altra coltellata, altro sangue. L’ultimo. Il figlio maggiore C., 24 anni, per ore aveva cercato di mettersi in contatto con i genitori. Ma nella casa di via Piave a Corbetta non rispondeva nessuno. I telefonini che squillavano a vuoto. Così intorno alle tre del pomeriggio è tornato nell’appartamento, è entrato, ha chiamato i genitori ad alta voce, s’è accorto che poteva essere successo qualcosa di brutto. Poi è entrato in camera da letto e ha trovato i corpi. Inutile la corsa delle ambulanze. Marito e moglie erano morti da ore. Probabilmente dalla prima mattina o dalla notte. I carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e del Nucleo investigativo hanno da subito cercato di capire se dietro al duplice delitto ci potesse essere la mano di un killer poi fuggito. Ma fin dai primi rilievi tutto è apparso chiaro. Nella casa non mancava niente, la porta chiusa dall’interno, nessun segno di forzatura. E poi l’arma usata per uccidere trovata vicino al corpo della donna. Sono stati poi i parenti a chiarire che dietro quel duplice omicidio poteva invece nascondersi una tragedia familiare. Una tragedia annunciata, forse. Perché la coppia era in fase di separazione, perché i litigi erano continui, perché Vita Di Bono era in cura all’ospedale di Magenta per problemi psichiatrici dopo aver anche tentato il suicidio. Luigi Buccino era originario di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Lavorava come muratore. Lei invece era casalinga, nata a Genova si era trasferita a Corbetta. Si erano sposati 29 anni fa, il 16 ottobre del 1994. Poi la nascita del primo figlio e la sorella, più giovane, che ora convive con il fidanzato. Il 24enne era invece tornato da qualche tempo nella casa di via Piave perché il suo appartamento è in fase di ristrutturazione. Sembra che Vita Di Bono temesse tradimenti da parte del marito. Alcuni mesi fa, dopo l’ennesima lite, si era anche allontanata da casa per un certo periodo. Poi il tentativo di suicidio e le cure psichiatriche all’ospedale di Magenta. Ma l’ossessione per quel rapporto che sembrava ormai finito non l’ha abbandonata. La conferma ai carabinieri guidati dal colonnello Antonio Coppola è arrivata dagli stessi parenti. «Una famiglia conosciuta a Corbetta, siamo una piccola comunità — dice il sindaco Marco Ballarini —. Ora è solo il tempo del dolore di pensare allo strazio per i due figli». corriere.it