Un po’ di Ciociaria a Parigi, della Val di Comino la modella preferita di Matisse
di Michele Santulli
Verso il 1904-5 la incontriamo, diciassettenne, nuda sulla pedana, nello studio del pittore Henri Charles Manguin nei pressi di Montmartre in posa davanti a Albert Marquet, a Henri Matisse e a Jean Puy e a Manguin stesso, quattro pittori amici in attesa dei riconoscimenti e del successo: ognuno di loro dal proprio angolo di visuale realizza la propria opera di Rosa, la nostra modella ciociara, quattro opere dunque tutte differenti di importanti artisti! Ed è da questo momento che Henri Matisse (1869-1954) conosce ed apprezza Rosa che ingaggia a sua volta per numerose opere: sia disegni e litografie che ci aiutano a conoscere più da vicino fisicamente la bella modella, dal corpo flessuoso e nervoso e compatto, sia almeno tre nudi di alta qualità che all’epoca furono acquistati da due noti collezionisti russi, poi divenuti proprietà dello Stato e oggi esposti tutti e tre nel Museo Hermitage di San Pietroburgo: cito i titoli inglesi per facilitare la ricerca: Seated Woman, Nude black and gold, Nude standing, che in realtà sono la fotografia di Rosa, sia nel volto sia nel corpo. Rosa è nata in un paesino della Valcomino, territorio a otto km dall’Abbazia di Montecassino, nel 1887 e in questi anni, 1906-7-8 ha diciotto-venti anni, quindi nel fiore della sua esistenza; è il periodo cosiddetto fauve di Matisse (colori forti e accesi, secondo lo stile di Gauguin e di Van Gogh) e l’artista, tra le altre, realizzò un‘opera di formato notevole ‘La gioia di vivere’ in cui Rosa appare in diverse posizioni, acquistata dai fratelli Stein, i famosi primi collezionisti di Matisse e di Picasso; un’opera pure di alta qualità, anche con Rosa modella, intitolata ‘La Toilette’ si trova alla Galleria Statale di Stoccarda e sempre di Matisse al Museo Tate di Londra si ammira invece un dipinto speciale di Rosa in stile quasi cubista: ‘Standing Nude’. Un’opera invece in perfetto stile cubista di Rosa fu realizzata dal padre del Cubismo, Georges Braque, ‘Grand Nu’, la sola donna da lui dipinta sia in quello stile e sia in quel formato particolare, ammirabile al Museo Pompidou di Parigi. Incredibile costatare il fascino e l’attenzione che la bella modella ciociara seppe risvegliare in questi grandi artisti: già tali opere rendono perpetua la sua presenza nell’arte occidentale, come i privilegiati. Nei due-tre anni di frequentazione, Matisse apprezzò di Rosa anche il bel carattere e i buoni sentimenti tanto che la ebbe ospite presso la propria famiglia in villeggiatura a Collioure per due estati dove Rosa allacciò un bel rapporto con la quasi coetanea Marguerite, figlia dell’artista. In questo medesimo periodo Rosa con la sorella Loreta torna al paese di origine in Valcomino e entrambe vi rimangono in quanto vi incontrano l’amore e perciò convolano a nozze con giovani del luogo. Rosa divenuta madre di tre figli e allo stesso tempo, nel 1915, vedova del marito morto in guerra: momenti difficili per le due sorelle che nel 1916 le necessità spinsero a tornare a Parigi per riprendere l’attività di modelle: qui a Rue du Maine 16 abitavano ancora i genitori e gli altri familiari. Naturalmente il primo punto di riferimento di Rosa fu quello di prendere contatto con Matisse, il suo stimato datore di lavoro degli anni appena passati: l’incontro fu positivo in quanto l’artista era alla ricerca di una modella che il particolare momento storico di guerra stava rendendo difficoltoso a realizzare e gli sembrò che Loreta facesse proprio al caso per cui fu lieto di prendere accordi e di ingaggiarla. Rosa trovò altrove. I primi diciassette anni del ‘900 di Matisse segnano il periodo fondamentale della sua arte e il percorso formativo cruciale e determinante che gli ha veramente consentito di dare al mondo dell’arte occidentale delle opere che segnano tappe e momenti insuperati di cui vogliamo ricordare solamente la peculiarità che ha qualificato tale primo periodo: esso si è realizzato anche e soprattutto grazie alla presenza insuperata dei modelli ciociari che ne sono stati i motivi ispiratori: il primo capolavoro assoluto, oggi opera sicuramente più ammirata del Museo di Boston dove si trova, è la clamorosa ‘Carmelina’ alla quale diede corpo e anima Carmela Caira, che Matisse aveva notato nello studio di Rodin allorché posava nuda con Libero Nardone, pure modello ciociaro, per una esclusiva versione in marmo del Bacio; altro noto capolavoro è il già citato ‘Gioia di Vivere’ ora presso la prestigiosa Collezione del Dr Barnes a Filadelfia; altra opera di estremo prestigio sia nel canone delle opere dell’artista e sia nel contesto dell’Arte europea è il bronzo ‘Le Serf’ per il quale posò per alcuni anni il modello, anche della Valcomino, Cesidio Pignatelli. che Matisse stranamente chiamava Bevilacqua. La collaborazione durata circa otto mesi con Loreta, detta Lorette o Laurette, segna uno spartiacque determinante, quasi una cesura risolutiva, nella carriera artistica di Matisse, propedeutica delle odalische, dei pastelli e dei disegni e dei ritagli dei quarantanni a seguire di Nizza. Verso ottobre 1917 le due sorelle tornarono al loro paesello della Valcomino e ripresero le rispettive occupazioni. Rosa, vedova, allacciò una relazione col cognato e a seguito di una interruzione di gravidanza a Parigi questa volta fatale, nel viaggio di ritorno in calesse da Roma, nel 1926 si spense davanti all’Abbazia di Casamari, come riferitomi da un erede.