Variante Eris, infetta i polmoni casi in aumento ecco il nuovo vaccino
Se le preoccupazioni nei confronti della variante BA.2.86, battezzata Pirola sembrano calare perché, pur con molte mutazioni (oltre 30), sarebbe meno infettiva di quanto ci si aspettasse, ad allertare è invece la variante EG.5 , cioè Eris, da qualche giorno dominante su scala mondiale e in crescita anche in Italia dove, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, a metà agosto aveva già raggiunto il 25,8% dei contagi. Secondo una ricerca preliminare condotta su criceti dall’Università di Tokyo la variante sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni. Ciò potrebbe tradursi, almeno in una parte dei pazienti, i più anziani e fragili, in manifestazioni più severe di Covid-19. I dati sono preliminari e necessitano di ulteriori conferme perché lo studio è stato svolto su modelli animali. Nella sua valutazione di inizio agosto l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva escluso che Eris potesse comportare rischi aggiuntivi rispetto alle altre varianti circolanti. Aveva però messo in conto che avrebbe potuto causare un aumento dei contagi. Ed è quello che sta accadendo: su scala globale, da qualche settimana i nuovi casi di Covid-19 hanno ripreso a crescere. Prima in Estremo Oriente, soprattutto in Corea del Sud, ora anche in Europa con un +39% rispetto a un mese fa. L’ultimo report epidemiologico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che dal 31 luglio al 27 agosto 2023 scorsi sono stati registrati oltre 1,4 milioni di nuovi casi di Covid nel mondo e più di 1.800 decessi. L’Italia è al secondo posto per contagi: 26.998 contagi con una variazione del +81% nell’ultima settimana. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto Superiore di Sanità tutti gli indicatori in Italia sono in salita: +28,1% i casi positivi, +47,7% i decessi; +1,3% il tasso di positività ai tamponi.La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è quella degli over 90 (48 casi su 100 mila). A provocare questa impennata nel nostro Paese è principalmente XBB.1.9, la cui sottovariante figlia è appunto Eris (EG.5.1) che è stata classificata come «variante di interesse» da parte dell’Oms. Questo ceppo si sta diffondendo rapidamente in diversi Paesi e anche se in Italia non è ancora dominante potrebbe portare a una nuova fiammata di infezioni in autunno. Al momento, comunque, non arrivano segnali di sofferenza dagli ospedali. Il trend della pandemia e dati sulle varianti, tuttavia, riaccendono l’attenzione sull’importanza della vaccinazione: nei giorni scorsi l’Ema ha dato il primo via libera al vaccino aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech. Secondo le aziende, il prodotto protegge dalle varianti XBB, compresa Eris, che discende da XBB.1.9.2. Il vaccino è atteso per ottobre; è raccomandato alle persone anziane e con elevata fragilità, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. Potrà essere consigliato, inoltre, a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. La sottovariante Eris fa sempre parte della famiglia Omicron e deriva dalla variante ricombinante XBB.1.9.2 . È stata identificata per la prima volta in Cina nel febbraio scorso. Negli Stati Uniti è stata identificata ad aprile ed è diventata dominante nel giro di quattro mesi. Eris riuscirebbe a trasmettersi meglio grazie a una mutazione caratteristica, la cosiddetta F456L, a carico della proteina spike capace di eludere con facilità gli anticorpi neutralizzanti indotti da precedente infezione o da vaccinazione. I pazienti colpiti da Eris presenterebbero un quadro simile a quello delle precedenti sottovarianti Omicron. Si tratta principalmente di disturbi delle vie respiratorie superiori, come ad esempio mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa dolori muscolari e articolari. corriere.it