Veroli città d’arte, il video fa il giro del web


Intervista della direttrice di Area C quotidiano all’arch. Anna Malandrini.
Arte, storia, fede. Le immagini della processione dell’Olivello fanno il giro del mondo. Dalla Puglia a Veroli per promuovere la bellezza. Conosciamo Anna.«Sono un architetto di origini pugliesi, esattamente di Taranto. Ho sempre nutrito una forte passione per l’architettura, l’arte e il design. Proprio le mie passioni mi hanno portato presto lontano da casa. A 17 anni mi sono trasferita a Milano, dove ho frequentato il Politecnico di Architettura, ho conseguito la laurea in architettura, con una tesi in “Fisica sull’illuminazione degli ambienti sacri”».
Taranto, Milano, altre tappe? «Ho vissuto a Firenze, città meravigliosa che mi ha offerto sia la possibilità di specializzarmi in “illuminazione degli ambienti sacri” che di sviluppare le competenze acquisite, con il mio primo progetto di illuminazione interna della Basilica di Santa Croce».
Dopo Firenze? «E’ arrivata Roma. Ero consapevole di andare incontro ad una “piazza” storicamente e artisticamente senza eguali, che mi avrebbe fatto crescere sia umanamente che professionalmente. Nella “Città Eterna” ho potuto incrementare la mia esperienza lavorativa, in particolare attraverso un importante lavoro di illuminazione realizzato presso la Basilica di Sant’Anselmo all’Aventino. Oltre alla ricerca in ambito illuminotecnico, nel corso degli anni, ho sviluppato e coltivato le mie competenze nel ramo della progettazione architettonica, della comunicazione e della promozione turistica».
Poi ha scelto Veroli? «La decisione di trasferirmi è stata dettata da varie ragioni; di certo, la più importante è legata alla voglia che avevo di estraniarmi dalla grande città per dedicarmi con maggiore tranquillità al mio lavoro. Veroli, oltre a darmi l’opportunità di stare vicino ad amicizie a me care mi ha concesso l’occasione di vivere all’interno di un borgo ricco di arte e di storia. Una realtà affascinante, dove XXI secolo e medioevo convivono all’interno di piazze, chiese e vicoli; dove antiche tradizioni non hanno abdicato a favore del “nuovo” ma vengono ancora fieramente protette e coltivate».
Il suo studio professionale? «Ho deciso di rendere Veroli la terra su cui piantare robuste radici lavorative, ho fondato lo Studio Iama, studio di architettura che ha l’ambiziosa e stimolante pretesa di coniugare saperi e professionalità complementari sull’architettura, il design e la comunicazione».
Come nasce questo video?
«Il video nasce nell’ambito di una breve ma piacevole collaborazione con la Pro Loco di Veroli, in qualità di consigliere. Proprio in quel periodo, con la creazione dei Visit veroli, realizzai una serie di contenuti come logo, immagini e video, volti alla valorizzazione delle bellezze verolane».
Per quale motivo ha scelto la processione dell’Olivello?
«Nel periodo della Pro Loco ho ritenuto che questo evento fosse un’occasione perfetta per promuovere la città, trasmettendo un efficace messaggio visivo del territorio verolano e delle sue tradizioni, mai scalfite dal tempo».
Vuole lanciare un messaggio?
«L’idea era ed è, come dicevo, principalmente quella di promuovere il territorio verolano, esaltandone le bellezze e le peculiarità. Pur non essendone originaria, sono legata a questa terra e ritengo che abbia grandi potenzialità ancora da sfruttare. Occorre darle visibilità, anche attraverso il web, ormai diventato il “grande occhio” da cui osservare il mondo.
Nello svolgimento della mia attività parto dall’assunto che la parola “turismo” non significhi solo spostarsi da un luogo all’altro ma, in un’accezione più ampia e affascinante, indichi il complesso di cultura, tradizione, folklore, arte, gastronomia locale e lavorazione artigianale».
Quando realizzerà un altro filmato? «In verità, non ho mai smesso, visto che la realizzazione di filmati è parte integrante del mio lavoro. Se mi venisse richiesto, potrei farne altri per Veroli. Per me sarebbe un onore».
Come pubblicizzare Veroli e la Ciociaria?
«Chi si occupa di marketing turistico, come me, sa bene che una formula vincente è quella di trasformare i classici pacchetti turistici in esperienze totalizzanti, in grado di coinvolgere i cinque sensi e di produrre un forte impatto emotivo. Questa è la mia idea di promozione turistica, quella che cerco di realizzare quotidianamente attraverso gli strumenti che il lavoro e la società mi mettono a disposizione».
A causa dell’emergenza cambierà il turismo? «Non mi sorprenderebbe se le preferenze dei turisti si orientassero verso mete italiane, e se alle città metropolitane si preferissero paesaggi suggestivi e piccoli borghi. Veroli potrebbe inserirsi perfettamente in questo nuovo contesto turistico, facendo sfoggio dei suoi paesaggi e delle sue bellezze storico-artistiche. Me lo auguro vivamente e ovviamente continuerò a sponsorizzarla con affetto e passione».
In che modo l’emergenza sanitaria ha inciso sulla sua attività? «Nel mio, come in altri ambiti, si rende primariamente necessario, ora e per il prossimo futuro, un ripensamento degli strumenti e degli ambienti lavorativi. A tal riguardo, posso dire che proprio in questi giorni mi sto occupando di riprogettare spazi lavorativi dove sono garantiti standard adeguati di sicurezza e una rinnovata funzionalità».


