Veroli, ecco i segreti dell’angelo custode svelati alla Beata Maria Fortunata 

A 55 anni dalla beatificazione ecco i segreti dell’angelo custode svelati alla Beata Maria Fortunata.
Anna Felice Viti nacque a Veroli in provincia di Frosinone nel 1827 e morì nel 1922 all’età di 95 anni. A 25 anni entrò tra le monache benedettine di Veroli prendendo il nome di Maria Fortunata. La monaca benedettina dimostrava una candida fiducia verso il suo angelo custode, non esitando a rivolgersi a lui fin dal momento che il bene della anime o semplicemente la carità fraterna lo esigevano. Ella era così ingenua e così familiare col suo celeste protettore, che questi si compiaceva nel prevenir i suoi minimi desideri: sovente, accadde che le sue consorelle fossero meravigliate della sua conoscenza delle cose nascoste; ella rispondeva loro in tutta semplicità e con convinzione: “Il mio angelo custode me l’ha fatto sapere”. Un giorno, vi fu un compito urgente da effettuare: preparare dodici letti per degli ospiti inattesi. Quando lo si chiese a suor Fortunata, ella disse sorridendo: “Lo sapevo, il mio angelo custode me ne ha avvertita”. In effetti, i letti erano già fatti. Un’altra volta, l’angelo le rese un servizio di carità, come lo riporta una monaca al momento del processo di beatificazione: Avevo uno zio che, di tanto in tanto, veniva a rendermi visita. Siccome egli sapeva che Alfonso, il fratello della serva di Dio, era nella necessità, egli mi dava abitualmente per lui un’elemosina di cinque lire che suor Fortunata rimetteva, con l’assenso della badessa, a suo fratello. Mio zio era ritornato a vedermi ed aveva, come d’abitudine, lasciato le cinque lire. Volli darle alla serva di Dio ma, stordita come sono, le dimenticai in un cassetto. Alcuni giorni più tardi, suor Fortunata venne a vedermi per chiedermi il denaro destinato a suo fratello. Io le dissi: “Ma ve l’ho già dato!”. Ella rispose con dolcezza: “Voi vi sbagliate, io non ho ricevuto niente”. “Sì, sì, le risposi, vi ho dato quel denaro”, poiché ero persuasa che l’avevo fatto. Allora ella mi disse con un sorriso amichevole: “Per favore, non ve la prendete a male se vi dico dove avete lasciato il denaro. Esso è nel cassetto di cui avete la chiave”. Io le risposi: “Ebbene, venite con me e prendete quel denaro, se lo troverete!”. Ed ecco che, aprendo il cassetto, ella mi mostrò le cinque lire. Non ne rivenivo dallo stupore, ed ammisi che la serva di Dio aveva la conoscenza delle cose nascoste e segrete. Ancora una volta, l’angelo custode era venuto ad assistere l’umile religiosa benedettina. Suor Maria Fortunata Viti fu proclamata beata dal papa Paolo VI nel 1967. aleteia.org