Veroli-“Fichi d’India piantati nella tensostruttura del palazzetto”
di Achille Reali e Andrea Todini
Ancora una volta due amici si incontrano in piazza, a Veroli, a riflettere su qualche questione del paese.
Andre’, ma tu hai capito perché il sindaco ancora non ha concesso alla società di basket il campo della tensostruttura? Secondo me dentro c’hanno piantato i fichi d’India; e siccome è epoca di raccolto, ce vogliono fa la marmellata…
Achì, per provare a capire la situazione attuale, vista l’accidia atavica dei nostri amministratori, dobbiamo stare sempre bassi, molto bassi. Magari fossero le paventate piantagioni di fichi d’india: almeno potremmo discutere sulla opportunità, o meno, di uno straccio di idea, di una pur discutibile iniziativa, ma almeno sintomo di attività cerebrale. E invece no: calma piatta, parametri vitali azzerati; Achì, resta solo il nulla, nelle attività e nei pensieri dei nostri amministratori. Alla tensostruttura sono mesi che ci ballano le sorche, tanto per capirci; e temo che continueranno a danzarci a lungo.
Tu la butti sul faunistico, io sul botanico, ma ahimè non si tratta né di fiche, né di soreche: qua si tratta di coglioni e pure di usarli, chi li tè!! Per farci giocare la Stella Azzurra hanno aperto porte, portoni e natiche; invece per farci allenare i nostri ragazzi, tutto rigorosamente chiuso, come le cosse delle monache (che poi, pure là sarebbe da vedere…) Ma secondo te, chi dovrebbe prendersi la responsabilità? Te lo chiedo perché tu che sei avvocato dovresti avere la risposta; ma se nen la tè, me la potrei prende io e andare tranquillamente a taglia’ il lucchetto, almeno comincerebbe la stagione …
Fermete, per piacere, che tra cosse, fiche e natiche li discorso prende una piega rischiosa. E io rischio l’embolo. Anche se è esattamente sui coglioni che dobbiamo tornare. E non solo e non tanto per parlare di responsabilità, che invero è del tutto connaturale al ruolo del pubblico amministratore. Se l’amministratore della cosa pubblica non si assume qualche responsabilità, che non vuol certo significare dover rischiare la galera, s’intende, gli rimane poco da fare: dimettersi e andare a spasso, godersi serenamente la vita, lasciando spazio a chi è più capace.
Vuoi sape’ come stanno le cose, a tutt’oggi? Ecco qua: per non sapere né leggere e né scrivere (e forse senza neppure essere in grado di…), il Comune sostiene che, a causa della pandemia, le strutture sportive di pertinenza scolastica non potrebbero essere usate da terzi estranei: ovviamente, questa è una cazzata sesquipedale. Mentre la tensostruttura non sarebbe accessibile, reggete sennò cadi, ai minori di età: ovviamente i motivi di entrambe queste stronzate restano ignoti, posto che né la logica, né la scienza e tanto meno le norme vigenti, neppure lontanamente autorizzano simili scempiaggini.
Sesquipedale?? Sesquipedale?? Andre’ pe’ la madalena che parli difficile!! C’è voluto lo vocabbolario pe’ capi’ ca, secondo i Romani, era ‘na cazzata longa no peto e meso. Ma il problema, tra l’altro, è che qua i piedi si dovrebbero usare per tirare calci e farli volà fòri dalle finestre del municipio, perché non c’è nessuna ricetta medica che li obbligava a candidarsi. E se ora non si vogliono prendere la responsabilità di aprire una o più palestre per far giocare grandi e piccoli a pallacanestro (e anche ad altri sport), è proprio il caso che, come dici tu: lasciassero spazio a chi è più capace!
Appunto, ce semo capiti. Ma t’aggiorno su quel che succede adesso, cioè ora, in questo momento insomma proprio mo (tanto perchè , fino a prova contraria, la gestione della cosa pubblica deve essere trasparente e conosciuta da tutti). Vuoi sapè che cosa ha risposto il Sindaco agli sventurati dell’associazione sportiva di basket di Veroli, che letteralmente implorano, da mesi, l’uso della tensostruttura (non per avviare un postribolo, bensì per gli allenamenti finalizzati al prossimo campionato di basket) ? Testualmente “E chi se la prende la responsabilità”. Mentre per avviare gli allenamenti del mini basket, sempre dei bambini verolani, la risposta è stata: “I minorenni non posso fare sport”. Come ben vedi, l’unica risposta possibile è quella che paventi tu: calci in culo, a due alla volta, finchè non diventano dispari.
Però, io so cacacazzi (giusto pe chi nen me conosce) e me so informato. Le insistenze degli sventurati, via sms, di questi giorni, al momento sono concluse dalla struggente risposta del dirigente comunale preposto: “Sui campi ancora non so niente. Spero che si faccia come l’anno scorso”. Della serie: chi di speranza vive, disperato muore. Non è tutto. E’ stata pure inviata la richiesta ufficiale, per l’avvio dell’unico allenamento settimanale della prima squadra, a partire dal 25 settembre (il campionato inizia ai primi di novembre), indirizzata, tanto per fare nomi, al sindaco, al dirigente comunale e al consigliere con delega agli impianti sportivi – mè cojoni – . La richiesta è stata depositata al protocollo del Comune in data 18 settembre. E a tutt’oggi non solo nessuna risposta, ma è proprio che nessuno sa niente.
Sampate e cazzotti, Achì. Non resta altro.