Veroli, i quadri di Francis Cox abbandonati in un magazzino a rischio le opere del pittore inglese

di Matteo Gennaro

Spesso ci è caro, quando lo si è perduto, ciò che meno si stimava quando lo si possedeva. Sono trascorsi più di trent’anni dalla morte di Francis Cox, pittore inglese classe 1916, che scelse di vivere a Veroli, sulle pendici dei monti Ernici. Artista complesso, poco incline alle sirene del mercato, percorse tenacemente l’erta di una pittura difficile e personalissima, di ascendenza apparentemente post cubista, con esiti imprevedili. Scelse soggetti locali, ispirandosi agli usi del paese, declinandoli in un disegno dal sintetico ermetismo geometrico temperato a una tavolozza estesa, inconsueta, arditamente ponderata. Una raccolta di più di trenta fra oli e acquerelli di proprietà del Comune di Veroli, testimonianza dell’ultima fase produttiva di Cox, la più integra per il rigore costruttivo dell’opera e felicissima per i risultati ottenuti, sorprende il visitatore per l’eccezionale finezza e l’eccentricità della ricerca, tanto più inconsueta se si valuta il contesto storico e geografico in cui essa si colloca. Dico meglio: sorprenderebbe, a condizione che la si potesse vedere: tale raccolta giace da anni tristemente accantonata nella galleria comunale, in alcuni angusti locali adibiti a magazzino di materiali eterogenei, stipata in condizioni che non lasciano presagire nulla di buono per la sua futura integrità. Molti degli oli sono accatastati l’uno sull’altro, contro il muro, fra gli scatoloni. Altri seppure appesi sono nascosti da scaffalature. Il tutto versa in un tale stato di precarietà e sciatteria che il timore che l’incuria o la disattenzione possano procurare danni gravi o irreparabili alle opere è concreto e giustificato. Tutto nell’indifferenza generale. Eppure basterebbe poco a non dover rimpiangere, un giorno che speriamo non venga mai, ciò che si sarebbe potuto salvare: per mettere in sicurezza questi quadri, anche solo nell’attesa di trovarne una migliore collocazione (auspicabilmente degna e definitiva, aperta al pubblico) non servono esperti, perizie, appalti o trasporti speciali. Basta un po’ di buona volontà, spirito di iniziativa, previdenza che siamo certi non difettano a chi di dovere. Speriamo.