Veroli, in declino il paese è morto negozi chiusi palazzi disabitati non c’è vita
di Roberto Passeri*
Una riflessione su Veroli dopo la commemorazione, il 4 novembre, dei morti caduti in guerra e l’inaugurazione di un’opera d’arte collegata ai tristi eventi bellici. Complimenti agli artisti per la loro opera, onore ai morti caduti in guerra, rammarico per i comportamenti di chi amministra il Comune.
Si pensa giustamente al passato, poco al presente e per niente al futuro. Il riferimento non è solo all’amministrazione attuale, ma a tutte quelle che si sono succedute negli ultimi 60 anni. Anche io ho lottato per un cambiamento negli anni 70, ma, dopo, quando i miei compagni di partito sono saliti al potere, avendo avuto in mano le redini del Comune, non hanno saputo o voluto dare una svolta al paese e in particolare al centro storico.
A volte si pensa alla ineluttabilità degli eventi, però, la ragione porta a convincerci che la storia non è fatta dal destino cieco e baro, ma dall’uomo, che può cambiare prospettive e futuro di una città.
Basta vedere come è ridotto il centro storico: sempre meno abitanti, negozi che scompaiono di continuo, giovani che fuggono, persone senza speranza di vita sociale. Il destino di questo paese, in assenza di cambiamenti radicali, sarà il deserto, che sta già avanzando, e per ripopolarlo si dovranno mettere in vendita le case ad 1 euro, come sta avvenendo in altre realtà. Il pessimismo è dilagante davanti ad una mancanza di prospettiva, e vedo anche tanta rassegnazione.
Non bastano titoli di studio per promuovere sviluppo, ma una solida cultura di vita, coraggio e determinazione. Speriamo di vedere presto queste qualità, se ancora sono nascoste. Veroli, in particolare il suo centro storico, è un esempio negativo dei comuni collinari della Ciociaria, e gli altri? Chi sta reagendo a questo declino?
*Già dirigente scolastico