Veroli, l’avv. Todini tra i legionari di Gabriele d’Annunzio
100 anni fa, il 12 settembre 1919, una colonna di 35 autocarri guidata dal comandante Gabriele d’Annunzio entra a Fiume, città contesa tra Italia e Jugoslavia dopo la fine della Prima guerra mondiale. Ne nascerà un laboratorio politico-sociale unico, ben diverso da come è stato tramandato nella memoria.
Fu molto di più, un’esperienza irripetibile che per molti versi anticipò di cinquant’anni il fenomeno del ’68 e che fece sognare i protagonisti dell’impresa fiumana.
Tra questi l’avv. Vittorio Todini, zio del più noto avv. Giuseppe Todini (scomparso qualche anno fa ma sempre nel cuore dei verolani). In casa Todini infatti la passione per gli studi giuridici e la profonda conoscenza della legge affondano le radici verso la fine dell’800.
Nel 1919 l’avv. Vittorio raggiunse il comandante Gabriele d’Annunzio che aveva da dirimere alcune questioni di carattere legale. Molta carne al fuoco; erano i giorni della Marcia di Ronchi, dell’annessione di Fiume al Regno d’Italia, della proclamazione della Reggenza Italiana del Carnaro, della promulgazione della Carta del Carnaro, carta costituzionale promossa dal Vate che già nel 1920 sanciva il suffragio femminile (in Italia si dovrà attendere il 1946).
L’avv. Todini fu così per diverso tempo tra i legionari di Gabriele d’Annunzio che con la sua incomparabile forza trascinatrice seppe fare di Fiume centro e faro del mondo.
Redazione Digital