Veroli, mostra fotografica del “Sulpicio” ecco la premiazione
Questo pomeriggio alle 18 presso la Galleria della Catena si terrà la premiazione del concorso “Fotofrafandoti nella rete” a cura di Elena Luviso.
“Un progetto innovativo che ha coinvolto tanti alunni dell’I.I.S. Giovanni Sulpicio – ha affermato il dirigente scolastico Salvatore Cuccurullo – I loro scatti saranno esposti in una mostra fotografica e le tre migliori foto saranno premiate da una giuria di esperti”.
Il progetto si propone principalmente di accrescere la consapevolezza dei crimini informatici sempre in aumento sui social network e social media. La proposta progettuale è di Elena Luviso, giurista informatica dal 1998 ed è condivisa dall’A.D.E.C.O.C., Associazione Diritti & Culture Organizzare Comunicando, che da molteplici anni svolge a livello istituzionale anche attività di prevenzione sulle tematiche dei crimini informatici con particolare riguardo alle nuove generazioni in collaborazione con Istituti, Università, Fondazioni, e Comuni.
Il Progetto, anziché partire dalle metropoli, prende l’avvio da realtà – comunità più piccole – Veroli, anche per valorizzare l’importanza dei piccoli centri di cui l’Italia è ricca; quest’ultimi si rivelano imprescindibili per approfondire le realtà giovanili e il rapporto con l’iperconnessione, in una condizione prolungata di pandemia. L’isolamento dato dal Covid ha accentuato l’esigenza di collegarsi con la Rete, dando luogo a due effetti eguali e contrari; da un lato ha fatto emergere le eventuali difficoltà tecniche, dall’altro ha dato nuovo valore alla comunità e ai rapporti di prossimità. L’ideatrice del progetto ha sviluppato il progetto Madre in molteplici fasi con gradi di difficoltà modulabili sulla base dei partecipanti, delle loro età e genere e in sinergia totale e condivisione piena con i e le destinatarie.
È una sfida pedagogicamente sperimentale, se pur scientificamente applicata dall’ideatrice in qualità di esperta, con moduli universitari più complessi e con ordini professionali, già nel 2011.
Avere una solida educazione digitale, per utilizzare un concetto condiviso, non è solo un diritto, ma un dovere. Individuare i rischi connessi ad una società dell’informazione di cui si è cittadini /e si impone, così come avere consapevolezza che nel mondo, al di là dello schermo, si configurano attività delinquenziali di ogni genere. Quando si accende un computer o uno smartphone si supera un confine invisibile in cui la nostra esperienza del mondo reale può esserci utile, anche se richiede un giusto grado di astrazione. Conoscere le regole e le corrette modalità per muoversi sul web dovrebbe essere obbligatorio, tanto quanto la patente per chi guida un’auto. La conoscenza ci aiuta ad essere liberi e libere e sta a noi scegliere: se essere soggette/i attivi o passivi, con il rischio di essere in balia di una micro-macro criminalità.
Ogni giorno infatti dovunque siamo, accediamo alla rete inviando, ricevendo migliaia di informazioni senza neanche rendercene conto. La leggerezza con cui viene utilizzato internet, strumento ormai divenuto essenziale nella vita di ciascuno di noi, è preoccupante. Il problema è radicato sia nell’inconsapevolezza degli utenti della rete, sia nell’incapacità dell’ordinamento di dare pronta risposta alle fattispecie di reato che si presentano nella rete. Per quanto concerne l’inconsapevolezza degli utenti, basti pensare a quanti, pochi, tra coloro che accedono giornalmente alla rete, si chiedono se vi siano conseguenze derivanti da un gesto, divenuto ormai abitudine, come quello di navigare online. Ebbene, le conseguenze ci sono e spesso sono anche piuttosto gravi: accedere alla rete significa rendersi accessibili agli altri. La scarsa alfabetizzazione informatica, assieme alla mancata sensibilizzazione dell’utenza di internet sono la causa primaria del proliferare del fenomeno del cyber crime. Con la categoria dei reati informatici impropri identifichiamo, invece, quei reati comuni che è possibile compiere anche mediante un computer, un mero strumento che ha ampliato i modi di realizzazione di reati già esistenti.
Esistono soluzioni, ricercate dalla Polizia Postale, AGCOM, Garante della Privacy et alia, in grado di prevenire i reati informatici. Dematerializzazione, superamento dell’idea di territorio nazionale ed elevato grado di tecnologia sono le caratteristiche dei crimini informatici e rappresentano le sfide di un sistema penale che, nonostante diversi adeguamenti legislativi, è privo di reali poteri di prevenzione e repressione data la scarsa deterrenza che caratterizza pene difficilmente applicabili e non abbastanza severe.
Una differenziazione notevole esiste fra i reati informatici gravi o non troppo gravi, come l’accesso abusivo, e dall’altro quelli molto gravi, come la pedofilia o il riciclaggio di denaro. Tale distinzione è basata non sulla pena prevista dal legislatore, ma sull’allarme sociale suscitato dal reato.
Cosa fare allora per far fronte – o quanto meno per limitare – un fenomeno che genera preoccupazioni sempre maggiori nella comunità del nuovo millennio? Bisogna necessariamente fare affidamento sulla nostra legislazione in materia che, seppur lentamente, è decisa a combattere il fenomeno dei cyber crimes. Ma soprattutto bisogna agire con cautela: quando accediamo alla rete per compiere acquisti online, per intrattenere rapporti virtuali, per postare contenuti e informazioni personali sui social network, la parola d’ordine è prudenza.
Nell’affrontare, per esempio la tematica del trattamento dei dati personali,
tema di notevole importanza si è rilevato che i ragazzi/e non sono abituati a gestirli e tendono a diffonderli facilmente fino a quando non si accorgono che è troppo tardi. Durante gli incontri si è approfondito ad esempio anche la diversità tra sostituzione di persona e nome inventato: quando su qualche social network ci si crea un’identità usando il nome di qualche personaggio famoso, finisce lo scherzo e inizia il reato, cosa che non è sempre facile da comprendere.
Il file sharing è la condivisione di file attraverso reti paritarie, il cosiddetto P2P, che sta per “peer to peer” o apposite piattaforme, che praticamente consente di scambiare i contenuti del proprio computer con quelli degli altri computers presenti in Rete e che utilizzano lo stesso sistema/programma di download (scaricamento dati). Nata per lo scambio di immagini, musiche ed altro tra amici, come oggi Instagram, Tic Toc, lo stesso Facebook, la pratica ben presto si è trasformata in un efficace mezzo per scaricare gratuitamente film, canzoni e foto violando, spesso, i diritti d’autore. Il rischio? Scaricare inavvertitamente materiale pedopornografico o illecito, e di finire così iscritti nel registro degli indagati. Va ricordato infatti che, qualsiasi cosa accada, la responsabilità ricade sempre sul proprietario della linea telefonica, anche qualora lo scaricamento sia stato effettuato da parte di terzi, perché il proprietario ha per legge il compito di tutelare i contenuti del proprio computer. Nel caso di minori si complica come abbiamo visto.
Tra gli obiettivi principali del progetto è infatti la tutela dei ragazzi e delle ragazze dallo scaricamento di materiale pedopornografico, insegnando loro, ad esempio, che esistono programmi che consentono di visualizzare il materiale mentre il download è ancora in corso e, quindi, di cancellarlo subito.
Il tema della violazione dei diritti d’autore, invece, è molto complesso, in quanto lo scambio di materiali protetti da tali diritti è un vero e proprio reato penale, e che quindi il non violarli è soprattutto una questione di rettitudine individuale più che paura della pena. E, sempre sullo stesso tema, forse non tutti sanno che per legge è vietato linkare su file protetti da diritto d’autore.
Tuttavia, purtroppo, anche scaricare legalmente può essere difficile e insidioso: eccetto alcuni siti per il download a pagamento notoriamente affidabili (dov’è appunto previsto il pagamento dei diritti d’autore), ce ne sono altri dove, invece ,la compravendita non va a coprire i diritti, bensì il servizio di scaricamento.
L’attenzione sulla telefonia, in questo caso si concentra soprattutto sul corretto uso degli smartphone di ultima generazione, ormai veri e propri computer portatili dotati di telecamera, macchina fotografica e tanti altri devices. È doveroso che i ragazzi/e stiano in guardia contro possibili frodi, come la promozione di falsi abbonamenti o ricariche telefoniche.
Con mobile photography s’intende quel tipo di fotografia che è scattata utilizzando device di comunicazione mobile come smartphone e tablet. Il progresso esponenziale di queste tipologie di devices ha messo gli utenti, in grado di disporre di fotocamere (almeno in alcuni casi) anche qualitativamente eccellenti, con il vantaggio intrinseco della ubiquità e della portabilità.
L’immediatezza nella possibilità di catturare l’immagine, assieme alla possibilità di filtrarla con tecniche creative e pubblicarla sui social network, permette a questo tipo di fotografia di travalicare il dominio fotografico classico per diventare pura comunicazione-social che alimenta un flusso comunicativo diffuso. Le sfide che si propongono ai partecipanti al corso, nonché al progetto sono plurime: puntare sull’approfondimento dei molteplici rischi della Rete per la “non o poca conoscenza” dei crimini informatici.
Il progetto, nel suo primo step, si conclude con la Mostra Cybers Crimes &mobile photography, la prima in Italia. Costruire la loro Home (casa virtuale) attraverso la mobile photography è stata la loro e la mia/ la nostra sfida, con la costruzione del puzzle della loro casa virtuale (home), partendo dal loro mondo reale.
Guardati, immaginati, fotografati è stata una sfida vincente: ricca di emozioni, di disorientamenti, di conoscenze. E ‘prevista la premiazione dei primi tre studenti che proseguiranno gli ulteriori steps nelle selezioni a livello regionale e nazionale. I vincitori saranno premiati ufficialmente da una Commissione di esperti/e. La Commissione è presieduta dalla sottoscritta e da Letizia Battaglia, celebre fotografa di fama internazionale e non solo, ed e’ inoltre composta in un’ottica interdisciplinare e intergenerazionale. La fotografa sarà presente alla Sala Zuccari Senato della Repubblica nel mese di dicembre 2021.
Il progetto FotografandoTi nella Rete, proseguirà, in altri territori, per tutto l’anno scolastico 2021/2022 con i moduli di approfondimenti per creare il puzzle della Rete con la mobile photography.
Redazione Veroli