Veroli, sezione museo dedicata ad Amedeo Maiuri “Poeta dell’archeologia”

di Giorgio Mauti 
 
Il 20 Dicembre 2024 presso il Museo Archeologico dei Popoli Italici di Palazzo Campanari a Veroli è stata inaugurata la sezione espositiva dedicata al concittadino archeologo Amedeo Maiuri, nato nella nostra Città nel 1886. “Poeta dell’archeologia. Amedeo Maiuri tra Lazio e Campania”.
Questa la denominazione della sezione museale a lui dedicata. È senz’altro una data importante per Veroli. Diverse volte in passato su questo giornale avevo evidenziato che Veroli aveva purtroppo dimenticato il celebre concittadino non rendendogli il dovuto omaggio. Finalmente è stato posto rimedio a tale pluriennale omissione. In occasione della inaugurazione della sezione del museo sono intervenuti oltre al Sindaco diversi esponenti del mondo dell’archeologia.
Tra questi il Professore Massimo Osanna,Direttore Generale dei Musei Statali Italiani,al quale alcuni mesi fa è stata concessa la cittadinanza onoraria di Veroli. Ricordo che nel Marzo del 2020,quando il Professore Osanna era ancora Direttore del Parco Archeologico di Pompei,rispose ad una mia e-mail affermando che il Suo impegno a Pompei “non poteva che partire dalle realizzazioni di Amedeo Maiuri” la cui opera “lo aveva sempre sorpreso per ampiezza,vastità di visioni e professionalità”.
Inoltre mi assicurava che “avrebbe provato a scrivere una nota al Sindaco,sperando di ricevere ascolto”.
Nella mia e-mail lamentavo il fatto che Veroli aveva purtroppo dimenticato l’illustre concittadino quando invece molte città italiane hanno a lui intitolato strade, piazze, parchi, scuole.
Probabilmente l’ascolto c’è stato! Nel corso dell’inaugurazione Maiuri è stato ricordato in particolare  per la sua attività svolta tra Lazio e Campania.
Certamente il suo impegno pluridecennale ha riguardato la Campania,in particolare Ercolano, Pompei, Capri ed I Campi Flegrei,ma non va dimenticato che negli anni giovanili prestò la sua importante opera nelle campagne di ricerche archeologiche nel Dodecaneso organizzando e dirigendo anche il Museo Archeologico di Rodi. Infine va ricordato che durante gli anni della Seconda guerra mondiale in qualità di Direttore del Museo Archeologico di Napoli ed in previsione delle  incursioni aeree sulla città Maiuri organizzò il trasferimento dei più importanti reperti archeologici a Montecassino ed in seguito verso i depositi dei Musei Vaticani. Nei suoi taccuini Maiuri ricorda anche che insieme ad alcuni suoi stretti collaboratori, per prevenire le razzie pensò di costruire all’interno del museo delle intercapedini che potessero nascondere gli oggetti più preziosi.
Grazie alla sua lungimiranza oggi presso il Museo di Napoli possiamo ancora ammirare il famoso Vaso Blu di Pompei e la magnifica Tazza Farnese,celebri reperti che probabilmente avremmo perso per sempre.