Veroli, un fascista in piazza Mazzoli medico in stato di eccitamento interrompe il suo discorso
di Alfredo Gabriele
Il Podestà di Veroli denunziò al pretore che: “il medico chirurgo di Veroli S. G. pubblicamente e con parole violente interruppe un discorso dell’on. deputato Buronzo pronunziato sulla pubblica piazza, il 5 giugno 1934 nella quale occasione il G. salì alla Casa Comunale gridando di voler aggredire il Buronzo stesso e fu trattenuto dal Podestà e da altri. Il quale dottore perse da allora la generale fiducia della popolazione, essendosi manifestato palesemente affetto da pazzia. Dopo lunga degenza in diversi manicomi tornò a Veroli e tentò di essere di nuovo assunto in servizio. Per ben due volte il suo tentativo fallì dopo una sottoscrizione contraria della popolazione. Nel pubblico si era anche diffusa la notizia che il dottor G. fosse affetto da Sifilide. Lo stesso medicoso G. intentò una causa contro il Podestà per la mancata riassunzione in servizio, con argomentazioni sostenute da un noto avvocato. Egli era stato in precedenza già ricoverato in case di cura e dichiarato affetto da “Paralisi progressiva”. Dopo la sua accesissima discussione contro l’onorevole Buronzo il dott. G. fu tradotto nel Manicomio di Aversa. L’altro medico condotto di Veroli, il dottore M., senza nemmeno visitarlo, lo dichiarò affetto da Sifilide cerebrale e paralisi cerebrale, pericoloso per sé e per gli altri. Il dottore G. tornò per questo ricoverato in manicomio ed il 12 settembre fu traferito a Roma nel Manicomio di S. Maria della Pietà, dove, contro la volontà dello stesso paziente, si pretese di curarlo con malarioterapia. Fu poi trasferito al Padiglione degli agitati dove il prof. De Santis, dopo 40 giorni di accertamenti e osservazione, escluse la diagnosi di Sifilide e Paralisi progressiva e lo dimise guarito da uno “Stato di eccitamento”. Tornato a Veroli il Prefetto volle sottoporlo a visita di tre medici prima di farlo rientrare in servizio. Fu dichiarato affetto da “Una psicopatia inquadrabile in una sindrome paranoide con idee deliranti a tinta persecutoria”. E gli prescritto di prolungare il riposo per altri sei mesi, ma egli si sottopose per suo conto ad altri accertamenti e fu giudicato sano di mente dal prof. F. Montesano di Roma. Ma la relazione di quest’ultimo non fu tenuta in considerazione dal Podestà di Veroli che gli prescrisse un’aspettativa di sei mesi. Nel contrasto tra il medico e il Podestà il Prefetto nominò un’altra commissione medico. La quale escluse la paralisi progressiva ma confermò una sindrome paranoide e per questa lo dichiarò non idoneo al servizio. L’avvocato suo difensore si sorprese quando notò che nella Commissione medica sedeva lo stesso professore che nel S. Maria della Pietà aveva disposto la dimissione del dottore G. giudicandolo completamente guarito. Egli finì dunque licenziato per manca idoneità dopo essere stato giudicato perfettamente guarito!