Vietati tutti i tatuaggi a colori, “Gli inchiostri sono pericolosi”
Quattro gennaio 2022. Sarà una data importante per gli amanti del disegno tatuato, del simbolo inciso sulla carne. Quel giorno infatti sparirà il colore. Niente più giallo, rosso, arancione. Niente sfumature di marroncino. Niente sfumature in assoluto. I corpi potranno essere decorati. Ma solo da linee di inchiostro bianco e nero. Il motivo è semplice: questi due colori non contengono l’isopropanolo, un ingrediente che si aggiunge al colore per sterilizzarlo, e che la Ue ha vietato. Dal 4 gennaio del prossimo anno, infatti, le sostanze chimiche negli inchiostri per tatuaggi in tutta l’Unione Europea saranno soggette alle restrizioni imposte dal cosiddetto regolamento Reach, punto 75, allegato 12. Regole severe. A tal punto che quasi nessuno dei colori comuni potrà essere più utilizzato. «Ritorneremo a lavorare come si faceva e una volta. Solo con il bianco e il nero» ci scherza un po’ su Eugenio Arneodo, tatuatore di Moncalieri, rappresentante dell’Associazione Tatuatori.it, unica italiana accreditata a Bruxelles. «Un bel problema per un settore che solo in Italia produce un indotto superiore al mezzo miliardo di euro».
Molti tatuatori sono arrabbiati. Manifestano scontento. Il loro lavoro dipende da chi li rifornisce della materia prima. Il paradosso, se così lo si può chiamare, è che i circa 4000 produttori hanno avuto più di un anno di tempo per adeguarsi alle nuove norme. E non l’hanno fatto. E difficilmente lo faranno nei primi mesi del 2022. Il problema, spiega Arnendo, non riguarda solo la sostituzione dei pigmenti con i quali si è fino ad ora lavorato con le sostanze previste dalla normativa europea. Non basta. C’è un secondo macigno. «Il packaging. Il prodotto dovrà essere dettagliatamente descritto. Come avviene per qualunque prodotto della catena alimentare». Caratteristiche generali, provenienza, composizione, durata, scadenza. Eventuali reazioni allergiche. Per esempio nell’etichettatura sarà obbligatorio scrivere se il prodotto contiene traccia di nickel. Un lavoro immenso. Che non è stato fatto. Spiega Arneodo: «Rielaborare i colori nella composizione di tutte le sue parti, rispettare i parametri che ha assegnato la Ue e rimettere sul mercato colori con l’etichettatura nuova non è semplice per i produttori. Capisco che devono riformulate tutto, che è un lavoro immane. Ma non sarebbe dovuto diventare un nostro problema». corriere.it