Vince 2 milioni di euro e se li tiene, amici sul piede di guerra “Avevamo un patto”
«Tra noi c’era un patto ben preciso, quel Gratta e Vinci lo avevamo acquistato in società. Ci fidavamo di lui. “Incasso i soldi e li divido per tre”, così ripeteva… invece alla fine si è intascato l’intero malloppo. Col senno di poi, lasciargli tenere quel tagliando è stato uno sbaglio colossale, il peggiore che potevamo commettere». Vatti a fidare degli amici… Artigiani, colleghi nei cantieri, amici e, improvvisamente, «milionari»: per Ricardo G. T., Giovanni S. e Christian C. sembrava essere «finalmente arrivata la svolta», il «colpo di fortuna che aspetti tutta la vita» quando avevano «grattato» quel tagliando acquistato alla tabaccheria di Garda (Verona) il 22 febbraio 2021. «Tolte le tasse, restavano un milione e 600 mila euro da suddividere per tre, ma poi abbiamo saputo dai giornali che contrariamente agli accordi si era intascato tutta la vincita… ». Di punto in bianco si spezzò così, «senza alcuna possibilità di riconciliazione», quel loro «consolidato rapporto di amicizia e collaborazione lavorativa nei cantieri della Gardesana tra le province di Verona, Mantova e Trento». Un legame che «non potrà mai ricucirsi» e che ieri li ha portati tutti e tre in un’aula del tribunale scaligero: davanti alla giudice Sabrina Miceli e al pm Alberto Sergi c’erano tutti i protagonista di questa singolare storia «all’italiana». Non mancava nessuno: in udienza era presente al banco degli imputati il «superfortunato» piastrellista Ricardo G. T., 42enne di origini brasiliane con residenza a Monzambano, mentre a darsi il cambio come testimoni e soprattutto «grandi accusatori» del neo Paperone sono stati i suoi ex colleghi ed ex amici Giovanni S., lombardo, e Christian C., trentino, che lo hanno denunciato per appropriazione indebita. Sono stati loro due, sporgendo querela con l’avvocata Barbara Sorgato che ora li assiste come parte civile, ad aver fatto bloccare a Ricardo G. T. quella mega vincita che «lui si è messo interamente in tasca, senza dividerla con noi che avevamo acquistato l’intero blocchetto di Gratta in società», hanno ribadito durante le due ore e mezza di udienza. «Ci ha ingannati», hanno argomentato nel corso dell’istruttoria durante cui sono stati sentiti anche il maresciallo della Finanza che ha svolto le indagini, il tabaccaio di Garda che ha venduto il tagliando vincente e due colleghi dei tre ex amici. Seduti vicini, ma divisi da un muro invisibile: il grande accusato Ricardo e i suoi due grandi accusatori Giovanni e Christiannon si sono mai rivolti la parola, neppure prima e dopo l’udienza. I loro sguardi però continuavano a incrociarsi: capelli neri, barba curata, vestiti firmati, occhiali da sole griffati, il superfortunato piastrellista si è presentato in aula con un’interprete brasiliana che ha preso appunti per tutto il tempo. La sua è una vicenda talmente incredibile da aver fatto il giro d’Italia: perché Ricardo G. T. sbancò per ben due volte in soli 20 giorni il montepremi al Gratta e Vinci, destando mille sospetti e vedendosi così sequestrare l’intero montepremi, pari (dedotte le imposte), a due milioni e 400 mila euro. Grattò infatti prima un tagliando da un milione di euro il 4 febbraio 2021 in una tabaccheria di Modena e poi un secondo il 22 febbraio a Garda da due milioni: fu indagato per truffa, ma non emerse nulla di illecito e gli vennero archiviate le accuse e dissequestrati i (tantissimi) soldi vinti. Lieto fine? Niente affatto, perché poi al «fortunatissimo» piastrellista è statanuovamente sequestrata la seconda delle due vincite, quella più importante da due milioni dopo la denuncia dei suoi (ex) amici rimasti «a secco» del maxi gruzzolo a sei zeri. Una montagna di denaro che spetta solo a lui o va divisa per tre? Lo stabilirà il processo, intanto gli 800 mila euro esentasse del primo tagliando a sei zeri, quello acquistato a Modena, sono già finiti da tempo nel conto del piastrellista: «Ma la sua vita è la stessa di prima – rivela il suo difensore Giovanni Chincarini -, continua a lavorare come già faceva ». Fa «ancora il piastrellista», confermano i colleghi. E la fantomatica «villa da acquistare sul Garda» di cui si era vociferato? «Vive nello stesso appartamento di prima». Almeno per ora… corriere.it