Violenza, lei non accetta la fine della storia e lo sfregia con l’acido

Lo sfogo di Giuseppe Morgante, il 30enne aggredito e sfigurato, lo scorso maggio, dalla donna che non accettava la fine della loro relazione.

«In aula lei rideva, o sogghignava, non lo so. Non l‘ho guardata, mi sono messo di spalle apposta perché non volevo nemmeno vederla». Sono le parole di Giuseppe Morgante, 30 anni, appena fuori dall’aula del Tribunale di Busto Arsizio: il giudice ha appena respinto la richiesta di patteggiamento a cinque anni presentata da Sara Del Mastro, 38 anni, la donna che lo scorso 7 maggio l’ha sfregiato con l’acido sotto casa sua, a Legnano. Alla richiesta si è opposto l’avvocato di parte civile, Domenico Musicco. «Il giudice ha detto che la pena non era congrua», ha spiegato il legale. Morgante, abbracciato dai parenti, la madre in lacrime, ha detto: «Sono soddisfatto, ora vedremo il processo».

A sorpresa la 38enne si è presentata in aula, il cappuccio tirato sul volto per non farsi fotografare. Morgante, con una benda sull’occhio offeso, la pelle ancora arrossata dall’impatto con il liquido corrosivo, è entrato in aula dopo un lungo sospiro, mentre la madre Maria Teresa, rimasta fuori, ha detto: «Con che coraggio viene qui, noi non possiamo entrare e mio figlio deve stare nella stessa stanza di quella persona che non voglio chiamare donna».

Nel pomeriggio di quel 7 maggio, Sara incontra uno psichiatra. Esce dallo studio «rasserenata», è appena all’inizio di un percorso ma le è bastato «per acquisire fiducia». Torna a casa e trascorre delle ore con l’unica figlia, che ha otto anni, e «non è una sua abitudine frequente farlo». Una delle spinte a vedersi con lo specialista può essere stata «innescata» dal servizio de «Le Iene», la trasmissione Mediaset, la cui «inviata», i giorni precedenti, ha raccolto la richiesta di aiuto di Morgante, perseguitato da Sara con pedinamenti, sfuriate, raffiche di messaggi e di telefonate notturne da numeri sconosciuti (la mancata accettazione della fine della relazione, l’urgenza di convincerlo a ricredersi), e che ha contestualmente intervistato Del Mastro. Sottoponendola a un test di gravidanza — secondo alcuni parenti «offensivo, prepotente» — per sbugiardare la «convinzione» d’essere incinta di Giuseppe, e invitandolo proprio a incontrare uno psichiatra. Nei piani della scaletta, il servizio sarebbe dovuto andare in onda quella sera, ma è stato procrastinato a causa dell’aggressione, avvenuta alle 21.50. Nelle ore antecedenti, a cominciare dal tardo pomeriggio, «Sara ha preso coscienza leggendo i social che a breve centinaia di migliaia di italiani l’avrebbero vista e conosciuta. È stata colta dal panico, dall’imminente mortificazione pubblica». corriere.it