Voto di scambio in Ciociaria, sindaco e assessori a rischio processo
Contributi agli indigenti, otto gli indagati tra sindaco, assessori e dipendenti comunali. Peculato e voto di scambio tra i reati contestati dal pm Barbara Trotta che ha chiuso le indagini preliminari di una vicenda scoppiata all’alba delle elezioni del 2016 per il rinnovo del consiglio comunale. Soldi in cambio di voti, dunque, ed ora in otto rischiano il processo. Insieme al sindaco Angelo Veronesi sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini l’assessore Romanino Cimaomo, Claudio Paolucci all’epoca dei fatti assessore, Paolo Nozori responsabile dei servizi sociali, Anna Abballe, assistente sociale del Comune, Sandrina Cinelli, operatore socioassistenziale dell’ufficio servizi sociali del Comune. I fatti risalgono a maggio del 2016 in campagna elettorale per le amministrative.
Sindaco, assessori e dipendenti si sarebbero limitati a raccogliere le domande, compilandole al posto dei cittadini, senza alcuna istruttoria e disponendo mediante determina il pagamento delle somme (da 250 a 600 euro). Sarebbero 118 le domande anomale, alcune delle quali recanti firme apocrife dei diretti interessati o falsi stati di disoccupazione. Agli ‘indigenti’ sarebbe poi stato chiesto di votare per la lista ‘Impegno Comune’. Voto di scambio è infatti l’altro reato contestato a sindaco e assessori che «con più azioni consecutive di un medesimo disegno criminosi e in tempi diversi, per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale offrivano, promettevano e facevano ottenere agli elettori l’erogazione di sussidi per indigenti al di fuori del rispetto della procedura». Gli indagati potranno chiedere di essere ascoltati. Sarà il pm a trarre le dovute conclusioni.